giovedì 20 dicembre 2012

Situazione carceri: cosa si può fare concretamente?

Prendo spunto dalle domande che mi pone la mia amica Dunia Astrologo per ritornare a parlare di un tema che mi sta molto a cuore e su cui la Commissione diritti umani da me presieduta ha lavorato a lungo. Il rapporto che ha concluso un lungo lavoro sui diritti umani nelle carceri e nei Centri di Identificazione ed Espulsione è stato presentato e discusso in mezza Italia e in particolare dentro molte carceri. E’ diventato uno strumento importante nelle mani di quanti si battono per cambiare una situazione di violazione dei diritti delle persone e di illegalità dello Stato.

Caro Pietro, cosa pensi si possa fare CONCRETAMENTE per la situazione dei carcerati? investire risorse per fare funzionare meglio la giustizia, tagliando all'osso i tempi e i casi della carcerazione preventiva? investire denaro pubblico e privato x costruire nuove carceri? amnistia? Qual è secondo te la soluzione? D.A. 
La soluzione può venire da una politica fatta sia di decisioni immediate che di politiche di medio e lungo periodo. Il punto di partenza è separare il concetto di pena da quello di carcere, ricorrendo al carcere solo in assenza di altre possibilità. Far crescere vicino alla funzione retributiva (punitiva) la funzione di riaccompagnare il condannato alla responsabilità e alla libertà. E' la Costituzione a dirlo.


Immediatamente si può intervenire su tre leggi che sono gran parte del fenomeno sovraffollamento carcerario: le leggi sull'immigrazione, la bossi Fini sulle tossicodipendenze, la ex Cirielli sulla recidiva. Insieme alla carcerazione preventiva di quanti sono ancora in attesa di giudizio definitivo (e quasi il 30% in attesa di primo grado) qui sono le radici della crisi attuale.

In un contesto di decisioni come quelle di cui ho parlato io penso sia giustificata e utile una misura di clemenza. Sarebbe anche un atto di riparazione da parte di uno stato che è responsabile di avere violato la legalità.

Una nuova politica dovrebbe infine proporre il superamento dell'ergastolo che contraddice profondamente la scelta del recupero e della riabilitazione. Sono convinto che fra qualche tempo sarà ricordato come una pena barbara, come oggi consideriamo la pena di morte.